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giovedì 17 marzo 2011

Energia, economia, agricoltura e, soprattutto salute.


Con il tremendo terremoto in Giappone stiamo assistendo, oltre al dramma del popolo giapponese che sta reagendo con la sua consueta dignità, ad una rivoluzione in termini consapevolezza dei limiti umani. L'uomo fa di tutto, ovviamente per cercare di portare economie alle proprie produzioni. L'energia da fonte nucleare sembra essere la più economica. L'energia da fonte rinnovabile, al momento sembra essere meno economica di quella nucleare.
A questo punto occorre introdurre un nuovo concetto, è un concetto che io definisco di "adattabilità umana", ovvero quanto queste tecnologie si adattano all'uomo.
La tecnologia nucleare ben si adatta all'economia (adesso, in questa precisa fase storica) ma mal si adatta all'uomo: per quanto l'uomo possa fare per renderla sicura, Madre Natura con la sua potenza può sempre mettere in evidenza fallanze non calcolate. Il caso dei reattori giapponesi di Fukushima ne sono un caso evidente.

Le varie (e si badi bene al termine "varie") tecnologie di produzione da fonte rinnovabile sono al momento (e anche qui, si badi bene all'espressione "al momento") meno convenienti dal punto di vista economico, ma sicuramente ben più adattabili all'uomo. Non inquinano, presentano un bilancio energetico (soprattutto il fotovoltaico) attivo (il bilancio energetico è dato dalla somma algebrica delle emissioni di CO2 prodotte durante la costruzione dell'impianto stesso e quelle prodotte durante la vita dell'impianto N.D.R.), sono al momento riciclabili al 95% (fotovoltaico) e, soprattutto non presentano il gravoso problema dello stoccaggio delle scorie.
In questo momento, con il "decreto Romani" si è dato un brusco stop alla produzione da fonte fotovoltaica continuando a perseguire l'obiettivo del nucleare. A questo punto io, personalmente mi pongo alcune riflessioni.
1. Da qui a quando sarà pronta la prima centrale nucleare italiana passeranno comunque molti anni.
2. Le tecnologie per le rinnovabili stanno correndo. Stanno aumentando la loro efficienza, stanno diminuendo i loro costi.
3. Quando sarà pronta la prima centrale nucleare, le rinnovabili avranno raggiunto un alto grado di efficienza che avranno anche già potuto sperimentare sul campo producendo. Pensate a quanti impianti di produzione di energia rinnovabile si possono costruire in una quindicina d'anni (tempo medio di costruzione di una centrale nucleare).
4. Con le rinnovabili si avrà anche un nuovo tipo di produzione energetica. Una produzione diffusa su tutto il territorio che, in caso di guasto di un impianto non produrrà ripercussioni su vasta scala.
5. Di questo tipo di produzione potranno beneficiare tutti: dal privato con il suo impiantino sul tetto, all'azienda con il suo impianto più grande sempre sul tetto, agli agricoltori che in questo modo potranno sfruttare in un modo nuovo e più redditizio i loro terreni.
Essendo il mio un blog di agricoltura, vorrei spiegare quali sono le modalità che consentono ad un agricoltore di installare un impianto fotovoltaico su terreno.
1. L'impianto non deve avere una estensione superiore al 10% della superficie da lui coltivata.
2. L'impianto non deve avere una potenza installata superiore ad 1 MWp.
Entrando nella pratica, perchè un impianto fotovoltaico sia sostenibile economicamente per l'agricoltore, di sicuro, al momento mai e poi mai sarà superiore al Megawatt poiché l'agricoltore, dato il costo, non riuscirebbe, salvo pochi casi, ad ottenere i finanziamenti necessari per costruirlo. In seconda battuta, rapportando la capacità di accesso al finanziamento dell'agricoltore con gli ettari da lui coltivati, in quasi nessun caso, la superficie dell'impianto fotovoltaico supererebbe il 3%, restando quindi comunque ben lontana da quel 10% imposto dalla Legge.
A questo punto, credo sia importante una riflessione.
Se tutti hanno potenzialmente la possibilità di diventare produttori di energia (e sempre più persone l'avranno, perchè la tecnologia galoppa ed i costi scendono), se gli agricoltori possono finalmente diventare produttori di energia senza praticamente sottrarre terreno alla produzione alimentare, ma potendo così finalmente trovare reddito per le proprie aziende, quanta energia pulita si immetterebbe nella rete? La risposta è semplice, molta. Ce lo insegna anche un illustre economista come Jeremy Rifkin. Se non lo conoscete, quipotete vedere chi è, nonchè vedere una sua intervista rilasciata a Striscia la notizia.
Dov'è l'inghippo?
L'inghippo è "nascosto" (notate le virgolette) nel fatto che poche centrali enormi e costosissime, sono più "controllabili" (sempre tra virgolette).
Ancora una volta, quindi, le economie di scala battono l'adattabilità umana. Noi agricoltori, purtroppo siamo abituati a questo. Produciamo, infatti, gli unici beni fondamentali per l'uomo che sono gli alimenti e veniamo trattati come l'ultima ruota del carro.
A questo punto, peró si pone una grande occasione. Molti cittadini possono unirsi agli agricoltori e diventare produttori di energia pulita, facendola crescere a ritmi elevati e dando segnali forti in primis, e contribuendo alla diminuzione progressiva dei costi e al perfezionamento delle tecnologie in seconda battuta.
Si formerebbe così un grande "massa critica" che aiuterebbe tutti. I cittadini, l'energia pulita e, cosa non secondaria, chi produce con fatica gli alimenti che gli stessi cittadini mangiano. Eh si, perchè se finalmente un'azienda agricola potesse contare su margini quantomeno dignitosi, potrebbe crescere e produrre alimenti di sempre maggior qualità.
Ricordatevi amici, che la qualità che vedete pubblicizzata negli spot dei supermercati, non la producono loro. Loro la comprano solo pagandola a prezzi da fame e ve la rivendono con un ben preciso margine.
Tutta l'Europa sta rivedendo la propria politica nucleare. Persino gli Stati Uniti lo stanno facendo. Ma allora, non sarebbe meglio seguire la stessa strada? Paradossalmente, se si dovessero spegnere tutte le centrali nucleari del mondo, il prezzo dell'energia elettrica si uniformerebbe per tutti. Per un po' di tempo verso l'alto sicuramente, ma poi verso il basso con l'impiego di nuove tecnologie per le rinnovabili e con l'impiego di persone prima addette al nucleare che troverebbero un impiego più salubre. Non ci sarebbero paesi dove l'energia costerebbe di meno e alte i dove costerebbe di più. I paesi con molto sole sfrutterebbero quello, quelli con meno sole, vale a dire quelli nordici, sfrutterebbero il vento di cui sono ricchi.
E le centrali a petrolio? Ma non è forse qualche anno che ci stanno dicendo che un giorno non lontano dovrà finire? Piano piano, verranno spente (la logica così dice) perchè senza carburante. Anche qui, con le rinnovabili che ormai avranno raggiunto standard elevatissimi, saremo sicuri che le persone non perderanno il lavoro. Acquisteranno salute. 



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